i-Ku

5 ottobre 2020

fughe

evitare lo stesso spazio
universi in loculi di cemento
schivare sguardi
come l'affetto dei promoter in centro
per poi scaraventarli in basso
un'escursione a Chernobyl d'inverno
radiografare la dignità
fra le fughe del pavimento
temere di sguainare i denti
per non crepare sbrindellati
senza fiato non ti reggo
fott*to imbarazzo
aborto di viltà
viziato dal malinteso
ancora una volta ti detesto

prognosi

non sarò l'inizio
né la fine
non l'alfa
o l'omega
tanto mi basta
vivere
perché qua mi ci sono ritrovato
vittima
di una prognosi mal eseguita
ad averlo capito prima
più forte l'avrei gridato
un avviso omaggio
a questo giro
perché pare tu non l'abbia intuito
colpevole
vivo
me ne sbatto
proseguo
augurandotelo
spero

nudo

potesse lavarmi
di dosso
tutta l'incapacità
di cogliere le fatalità di un attimo
così giusto per non sgretolarmi
un percorso già inciso
su cinica pietra
o semplicemente potesse
dal nulla farmi ricrescere
leggeri i capelli
per seppellire ancora
le più abominevoli
intenzioni
o potesse affogare
le mie peggiori sensazioni
trascorrerei volentieri
nudo
più di qualche gelida notte
sotto questa maledetta pioggia

c'era una volta la libertà di scelta

c'era una volta la libertà di scelta
poi si decise che non era cosa
a tavolino
la si spogliò
nuda transitava di fronte lo sdegno generale
non era malizia
sentenziarono
manco ignoranza
dichiararono
eppure era lì
sola
di fronte a tutti
nessuno capiva
povera
la nostra mestizia
ma nessuno pensava alla solerzia
proprio lei mancava
avremmo dovuto essere più stronzi
ragionare su ogni cosa
attenerci al canovaccio
sboccare solo feromoni e piacere
sbattercene
come all'aurora
cazzo
se era quasi perfetta

immagina

immagina quanto vuoi
una pagina bianca
il vuoto che ti molesta
tutto
ciò che ti spaventa
la presunzione
la TUA risposta

ti calpesta

immagina
puoi

cablare

"abbi il coraggio di cadere
sotto il fuoco
nemico"
frasi a caso
prese da scene a caso
lasciarsi andare è semplice
basta recidersi un tendine
è il vuoto ad attenderti
il vero casino
cercare la solita ustione
cablare la cicatrizzazione
non c'è crema che funzioni
bestemmiare per non piangere
vedere che succede
carbonizzarsi
dare la colpa a qualcuno
ed ammettere
che non ci sia soluzione

pareti d'ossa

piacevole ossessione
che mentre provo a fare altro
non mi fai pensare a niente
che a te
fra queste robuste pareti d'ossa
leccami le sinapsi
naufraga in me
non lasciarmi
ma resta
perché in tutto l'universo
posto più sicuro e caldo di questo
non c'è

falena

sarebbe folle
un tantino sfrontato
rincorrerti sotto lo sfarfallare
di luci malsane
falena sull'antizanzare
mia povera Dafne
delizioso frutto del mio sragionare
raggiungerti come ratto
pietrificarti
intrecciarti le dita alle mie
bruciare il mio tormento nel tuo sguardo
un muto pregare

resta

ancora un attimo
e tutta la notte
che sia quella su Mercurio

vigliacco
egoista
maledetto ubriaco

ma tu devi andare
e io so solo brancolare

panettone

calza stretta e sa di magone
la delusione
non te ne accorgi
negli anni pur sempre uguali
finisci per crederci
non essere pronto
e fingere di esserlo
uno spot di un panettone
ad agosto
la subisci
l'incapacità di dimostrare
il pallore
rinunciare ad essere migliore
poi capisci
la tempesta
non prevista
pioggia sul cemento fresco
la promessa dietro l'ultima dose
percussione di magma fra i ghiacciai
non potevi
né sapevi
speravi
ed è già domani
il confine da non valicare
la solita scusa per rimandare

poltiglia

candida è l'anima
che si squarcia di dosso le piume
rassegnata
precipita
lungo una parete di cristallo
a piombo nel bitume
tenera e sincera
avremmo dovuto ammirarla
senza travolgerla

eppure nel baratro non si trova
a differenza tua
fenomeno egotico
maestro dell'autocommiserazione
poltiglia frantumata

fievole

c'è una fievole luce
che svanisce dall'anfratto più nascosto
nel mezzo del silenzio siderale
dell'abisso più profondo
e se ne sta sempre là
ad attenderti
ed ammaliare
te che è una vita che cerchi
di farla tua
non ne hai colpa
tantomeno è sua
è così
ed è una fortuna

piccolezza

a te dedico questi pochi versi
a te che una vita non l'hai sbagliata
che osservi quella degli altri
da dietro un cristallo
sottile d'indifferenza
crisalide d'inedia
giudice severo
critico da schiena
rivoluzionario della staticità
tu che non ti sbilanci
che ridi sguaiatamente
senza sfoderare gli incisivi
tu che sudi la settima camicia
inamidata di lavanderia
amico dell'ultima ora
che si offende ancora prima di pugnalare
già
proprio a te dedico questa umile ode
alla tua piccolezza

ragiona

Indifferent eyes - Steve von Till
No expectation - The Rolling Stones
non appaiono così diverse
se le ascolti bene
ma devi ascoltarle bene
devi provare
il lato oscuro della flessibilità
rallenta
respira negli alveoli
riempili
sanguina
osserva il vuoto avanzare
il male occasionale
una ferita mai suturata
l'odore di marcio
la speranza
quella maledetta idea
di ricominciare
ragiona
prendimi per mano
in due ce la smezziamo

accettarsi

si accumula la polvere
sulle nostre orme
che pare non aver mai strisciato
si spera di aver appreso qualcosa
d'importante
legittimo a momenti
e invece
bastava accettarsi

14 agosto 2020

alla delusione

sto pensando alle opportunità

che non avrò mai

e quel poco che potrei permettermi

alla delusione

che segue l'essere umani

mangiare insetti a Gerusalemme

annusare la lavanda in Provenza

farsi mozzare il capo in Bolivia

comprare il fumo a Ketama

tornare al dunk!festival

sentire di nuovo qualcosa

il vivere o solamente il pensarlo

sperare

e regalarlo

fughe

evitare lo stesso spazio universi in loculi di cemento schivare sguardi come l'affetto dei promoter in centro per poi scaraventarli in b...